Venere è il secondo pianeta del sistema solare e non si allontana molto dal Sole: lo segue dopo il suo tramontare, o addirittura lo precede prima che esso sorga; Greci e Latini credettero che si trattasse di due pianeti diversi e quindi lo identificarono come
Stella della sera (
Esperos) e
Stella del mattino (
Eosforos). La scoperta della unicità dei due pianeti è generalmente attribuita a Pitagora. Venere fu anche chiamata
Fosforos, che significa “apportatore di luce”, oppure
Lucifer, trasposizione latina del greco
Fosforos.Quanto alla denominazione serale, questa era
Vesper o
Vesperus.
Questo pianeta era conosciuto fin dall'antichità presso molte culture.
Per i Cinesi, ad esempio, il pianeta era noto come
Il Grande Bianco ed era associato ai metalli (in particolare all'oro). Gli astronomi dell'America Centrale avevano una concezione simile. Per i Maya, Venere era infatti dea della guerra ed irradiava la terra con raggi cattivi, provocando morte e distruzione. Gli astronomi Maya avevano quindi misurato attentamente ogni spostamento del pianeta, costruendovi sopra un calendario rituale.
Venere trae il nome dalla dea romana dell'amore e della pace. Per i greci era
Afrodite, per gli egiziani
Iside e per i fenici
Astarte. Venere era associata al rame (metallo di cui è ricca Cipro, isola natale di Afrodite) e veniva raffigurata a volte come un triangolo piatto, a volte con il numero cinque ed altre con il colore blu. Veniva inoltre identificata con il giorno di Venerdì: i Sassoni usavano il nome della loro dea della fertilità, Fria, che si trasformò poi nel nome inglese di Friday (Venerdì), mentre il nome francese Vendredi indica la sua chiara origine greco-latina.
Secondo la mitologia, Venere/Afrodite era figlia di Cielo e Mare, ovvero di Urano e Gaia; ma viene anche riconosciuta come una delle figlie di Zeus, o anche come figlia della schiuma del mare.
Esistono due versioni della nascita di Venere: nella prima (narrata da Esiodo nella sua
Teogonia), la dea era nata prima delle altre divinità dell'Olimpo. Quando il titano Crono recise i genitali del padre di Venere (Urano) e li gettò in fondo al mare, il sangue ed il seme in essi contenuti si addensarono in forma di schiuma e da questa emerse Afrodite (da cui l'origine del suo nome: la parola
aphros significa schiuma), , che fu sospinta dagli Zefiri fino all'isola di Cipro; secondo altre fonti, approdò prima a Citera o a Pafo. Sulla riva, comunque, fu accolta dalle Ore (le Stagioni) che la vestirono, la agghindarono e la condussero presso gli immortali. Dunque, Afrodite non aveva avuto né infanzia, né fanciullezza: era venuta al mondo come una donna giovane e completamente formata (vedasi anche la "Venere in Conchiglia").
Nella rappresentazione del Bernini, Venere non nasce dalle onde né è in piedi su una conchiglia ma spesso la trovia mo rappresentata da una stella.
Gli antichi Sumeri adoravano Ishtar (equivalente della fenicia Astarte), dea dell'amore e della generazione, ma anche signora del cielo, sposa divina del re e consigliera della sua azione di governo in pace e in guerra. Come dea della natura e della vegetazione, Ishtar/Astarte presiedeva alla nascita ma anche alla distruzione, nel perpetuo avvicendarsi delle stagioni.
Secondo la leggenda, la dea discese agli Inferi per cercare l'anima del suo amato, Tamuz, che era morto. A mano a mano che si spingeva negli Inferi, la dea veniva privata della sua gloria dai guardiani dell'inferno. Quando arrivò al cospetto della Regina degli Inferi, viene impiccata ad un gancio per carni e lasciata agonizzare fino alla morte. La dea venne infine recuperata per volontà divina ed eletta Signora del Cielo.
I Sumeri, dai quali l'astronomia greca trasse molti concetti, conoscevano anche il pianeta Venere, che chiamavano
Inanna, o anche Ishtar o
Eshtar, ovvero Stella del Mattino e Dea dell'Amore, in particolare l'amore dei sensi e quello per la guerra e le battaglie. Nelle rappresentazioni iconografiche la dea era alata, cavalcava un leone ed era armata di arco e frecce. Normalmente veniva ritratta vicino al dio Sole, poiché si trova sempre vicino al Sole.
Dall'Oriente semitico, attraverso la mediazione di Cipro e Citera, Ishtar-Astarte approda nel mondo greco dove prende il nome di Afrodite.
Secondo l'americano James Vogh, autore di Arachne Rising: the Thirteent Sign (l'Alba di Arachne: il tredicesimo segno, 1977), il culto del "Tredicesimo Segno", sarebbe ricollegabile a una Dea femminile che sarebbe stato con il tempo represso a favore di un culto per un Dio maschile. In certe tavolette magiche egizie e in altri reperti archeologici di carattere astronomico ricorre il numero tredici (i mesi lunari - le 13 lune); Vogh evidenzia nel suo libro come questo numero sia stato osteggiato dalle religioni successive, al punto che, ancor oggi, esso è considerato malefico. Secondo Vogh la luna, viene rappresentata dal simbolo di Aracne, costituendo il tredicesimo segno (poi cancellato) dello zodiaco; questa rimozione è ricordata in una serie di miti, tradizioni e fiabe, ove, il tredicesimo personaggio di un gruppo (il più amato), tradito e ucciso, risorge successivamente annunciando la possibilità di una redenzione. Così anche i giornalisti Baigent, Leigh e Lincoln, autori de "Il sacro Graal"; nel volume dedicato al mistero di Rennes-Le-Chateau rivelerebbero che il culto della Dea Bianca sarebbe ancora praticato segretamente; lo custodirebbero i fratelli di una società esoterica denominata "Il Priorato di Sion ". Anche Dan Brown, nell'ormai celeberrimo best seller "il Codice da Vinci", ipotizza una teoria similare: "l'occultamento della Maddalena, quale rappresentante archetipiale del Femmineo Sacro".
Su quella che dovrebbe essere la tomba di Iside, vicino a Menfi, era stata eretta una statua ricoperta di un velo nero. Sulla base della statua era stata incisa questa iscrizione: "Io sono tutto ciò che fu [QUID FUIT], ciò che è [QUID EST], ciò che sarà [QUID ERIT] e nessun mortale ha ancora osato sollevare il mio velo. »
Sotto questo velo si nascondono tutti i misteri e il sapere del passato… La rimozione del velo di Iside rappresenta la rivelazione della luce e il riuscire nel sollevare questo velo equivale al divenire immortale.....