domenica 19 maggio 2013
I Luoghi del Neorealismo : Rossellini, Fellini e l'Osteria dei Fretelli Menghi
Roma desiderava con tutte le sue forze tornare a vivere, dopo la miseria e la paura della guerra appena finita. Comincia infatti un decennio straordinario, che va dalla ricostruzione alla vigilia del boom economico, culminando con l' avvento della Dolce Vita.
Gli artisti si ritrovano nello studio di Guttuso a via Margutta e in quello di Carlo Levi a Villa Strohl-fern. Ma si incontrano anche nei caffè e nelle trattorie: tra le più frequentate, quella dei fratelli Menghi, che al momento del conto accettano quadri al posto dei soldi. Dopo cena, molti si trascinano fino all' alba tra i tavoli del bar Luxor, che si appresta a diventare il bar Canova, ma per il momento è ancora soprannominato l' «obitorio», per il suo squallore. Sull' altro lato della piazza, il bar Rosati, con i bei banconi di mogano. Il perimetro degli incontri è tutto compreso tra piazza di Spagna, via Margutta e via Ripetta.
In via Flaminia 57, ora c’è il Caffè dei Pittori con una sala interna e una saletta esterna , molto frequentato dai ragazzi della Facoltà di Architettura e Scuola Per Mediatori Linguistici " Gregorio VII". In questi locali c’è stata per decenni l’Osteria dei Pittori, un posto magico, frequentato nel dopoguerra da tutti i giovani talenti dell'arte astratta e d'avanguardia presenti a Roma.
Nella Osteria dei Pittori si parlava di arte e, dopo pittori, poeti e artisti di strada, anche i giovani cineasti incominciano a frequentare il locale: Mario Monicelli, Giuliano Montaldo, Rodolfo Sonego, Ugo Pirro, Franco Solinas, Giuseppe De Santis, Elio Petri, Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Giuseppe Patroni Griffi, tutti rigorosamente senza una lira.“I fratelli Menghi erano dei veri mecenati” ricorda Magni “ed il cinema italiano migliore, così come anche la pittura e la poesia, deve anche qualcosa a loro, anzi moltissimo, proprio per il modo che avevano di trattenere gli artisti a Roma”.
I frequentatori principali erano per esempio : Anna Magnani, Federico Fellini, Ivo Perilli, Roberto Rossellini ma anche scrittori come Italo Calvino che dedicò l'opera "Il Barone Rampante" ad una delle storie ascoltate presso l'Osteria Dei Fratelli Menghi. L'osteria non era solo un luogo per mangiare o bere ma un luogo di cultura, dove poter ascoltare discorsi di ogni genere dalle menti e dagli artisti più importanti degli anni '50.
Ugo Pirro così racconta " Facevo il giornalista. Vivevo fra i pittori, mangiavo a credito mattina e sera in una trattoria in via Flaminia, dai fratelli Menghi, due veri mecenati. Mafai, Consagra, Turcato, Omiccioli, Leoncillo, Mazzacurati, Cascella, Accardi, Corpora erano fra i più assidui. Ma vi andavano anche dei giovani che volevano fare il cinema: Gillo Pontecorvo, Franco Solinas, Sonego, Glauco Pellegrini. C’era anche gente che il cinema lo faceva da anni, come Ivo Perilli, Folco Lulli e altri. Da Menghi cominciò nel ’48 e durò una decina di anni. I fratelli Menghi facevano credito anche agli attori di teatro, anche agli artisti che venivano da Milano, da Venezia. Vi capitavano anche stranieri che arrivano a Roma attratti dal nostro cinema. In quegli anni persino Gabriel Marquez studiava cinema a Roma. Io venivo dalla provincia, aprivo gli occhi su tante cose. Imparavo. Si discuteva anche di cinema."
Anche il grande Scultore marchigiano Pericle Fazzini che nizia la propria formazione nella bottega del padre Vittorio, falegname è un frequentatore dell'Osteria . Grazie all'aiuto del poeta Mario Rivosecchi nel 1930 si trasferisce a Roma dove studia alla Scuola libera del nudo e frequenta la trattoria Fratelli Menghi. Anche Pasolini da poco giunto nella capitale mangiava a credito presso l’osteria dei Fratelli Menghi sulla via Flaminia, scrivere e disegnare sulla tovaglia era diventato un vezzo dei tempi. A Roma di notte sembrava di sentir ruggire i leoni mentre artisti e scrittori passeggiavano in una deserta Piazza del Popolo, fermandosi al Caffè Rosati senza poter consumare. “Opere e personalità prendevano corpo tra gli stenti”.
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Salve,
RispondiEliminanegli anni tra il 1972-1974, ho avuto il piacere di cenere nei locali dell'osteria dei fratelli Menghi, ogni sera dopo una giornata di lavoro mi sedevo ai tavoli e mi sentivo come uno di famiglia ed ero trattato come uno di famiglia. Mi piacerebbe sapere se ancora oggi i figli del sig. Domenico (se la memoria non mi tradisce) godono di ottima salute e mi piacerebbe poter avere un contatto con uno di loro! Mi scuso se posto qui la mia richiesta ma è l'unico modo per avere una conferma, la ringrazio sentitamente per un'eventuale Vs. gradita risposta.
in alternativa all'mail di cui pubblico questa mia richiesta può utilizzare anche quest'm altra, mimmo.ruocco@inwind.it grazie