domenica 22 aprile 2012

Roma, Etruria , Agarthi e la Geometria Sacra :Le Vie Cave


Cosa avvenne sulla nostra terra dopo il diluvio Universale?
Dove era situata Atlantide?
Perché gli Etruschi continuano ad essere un popolo del tutto misterioso?
A Roma, presso il Tempio di Saturno ed il Comizio, c'era un sacellum identificato come mundus, che costituiva anche il nucleo, il centro, l'omphalos della città .

Plutarco, nella Vita Romuli, racconta che Romolo, accingendosi a fondare la sua città sul Palatino, mandò a chiamare dei sacerdoti dall'Etruria, perchè lo guidassero nella cerimonia con i sacri riti e le regole religiose previste.
 Scavarono un profondo fosso rotondo, ed ogni uomo della comunità gettò solennemente in esso le primizie ed un pugno di terra del luogo di provenienza. Si mescolarono così da dare il senso della formazione di una nuova comunità.

Analogamente al mundus di Roma, il pozzo dell'isola Bisentina avesse accolto la terra ed i prodotti agricoli dei dodici popoli d'Etruria, Voltumna/Veltune potrebbe allora connotarsi come il Dio delle comuni radici etrusche.
 
All'incirca al centro dell'isola Bisentina, si trova un sito straordinario, la cosiddetta Malta, chiamata in tale modo perchè malta vuol dire "fango", ed era quindi un nome adattissimo per designare un
luogo umido e scuro, usato durante il medioevo come prigione. 

Si tratta di un'ampia camera circolare, di circa 6 metri di diametro per 6 di altezza, in comunicazione
con l'esterno attraverso un corridoio di circa m.1,60 di altezza per m.1,50 di larghezza; al centro della camera c'è una circonferenza fatta di mattoni che delimita un pozzo ora ricolmo, con diametro di 1,6 m; in corrispondenza a quello, dal centro della volta parte verso l'alto un lungo condotto circolare che sbocca in superficie, in un bosco . La perfetta circolarità del condotto, in tutta la sua lunghezza di venti metri, mostra che esso era stato fatto per uno scopo sacro speciale, e non per portare aria in una prigione sotterranea.

Forse la costruzione era un mundus, che consentiva ai 12 lucumoni, seduti intorno, di entrare in comunicazione con il cielo e con le forze ctonie durante le loro cerimonie religiose e riunioni, così da prendere decisioni e deliberazioni in accordo con la volontà degli dei . In tutte le città etrusche c'era un mundus, imposto dalla legge religiosa come collegamento con il mondo sotterraneo.
Sulla costa del lago di Bolsena, di fronte all'isola Bisentina, sorgeva l'importante città etrusca di Visentium.  Vicino ad essa, ci sono aree e spiagge dove la gente avrebbe avuto abbastanza spazio per i "sacri ludi", e da dove avrebbe sempre potuto vedere il santuario sull'isola, come simbolo della divinità venerata. Una sede appropriata per le corse dei cavalli potrebbe essere stata la depressione ovale di Lagaccione, un piccolo cratere vulcanico delle dimensioni di 750 x 1000 metri, una sorta di modello ideale di un grande stadio: sedute sul naturale pendio del cratere, molte migliaia di persone avrebbero potuto assistere a corse di carri e cavalli sul terreno dell'ovale .

E' notorio che solitamente i Cristiani costruirono le loro chiese sui luoghi dove in precedenza sorgevano templi pagani. Sull'isola Bisentina ci sono 8 costruzioni, fra chiese e cappelle: forse al di sotto di una di esse, magari quella sul punto più alto dell'isola, il Monte Tabor (56 m al di sopra del livello del lago), c'era precedentemente il tempio della dea Nortia .

Quanto alle assemblee dei 12 lucumones, esse dovevano aver luogo in un posto speciale, forse in una grotta sotterranea.

Il nome dell'isola Bisentina deriva da Bisentium, antico centro di origine etrusca fondato sulla sponda di fronte del lago.

 Lunga 700 metri e larga 500, la leggenda narra che in questa isola  si cela il passaggio segreto al regno sotterraneo di Agarthi .
 
Dell'esistenza di questo mondo inaccessibile e dei varchi attraverso cui entrarvi si racconta da tempi remoti. Gli altri varchi sarebbero nella foresta amazzonica, in Brasile, in Siberia e nel grande deserto del Gobi in Asia centrale. Tra le zampe della famosa Sfinge nella piana di Giza vi sarebbe poi un ulteriore accesso al mondo fantastico di Agarthi. Il varco di accesso in Italia, invece, si troverebbe proprio sull'isola Bisentina nel lago di Bolsena, luogo sacro per il popolo degli Etruschi.

Pur se disabitata, è aperta al pubblico , la si può visitare accompagnati da una guida imbarcandosi su un battello dal porticciolo di Capodimonte. 
Sull'isola interessanti da visitare sono la chiesa rinascimentale dei Santi Giacomo e Cristoforo, il cui progetto fu affidato dal cardinale Alessandro Farnese al Vignola ed il Tempietto di Santa Caterina, a pianta ottagonale, chiamato comunemente la Rocchina, attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane.

Agarthi è l’immaginario mondo sotterraneo dove, vivrebbero grandi maestri antichi, uomini e mitici depositari di segreti posseduti da civiltà scomparse.
Una sorta di rifugio della sapienza, Agarthi (dal sanscrito, significa “l’inaccessibile”) sarebbe infatti un enorme regno sotterraneo nel quale vivrebbero esseri superiori  capaci di cose impensabili per noi terrestri che abbiamo dimenticato come usare l’energia chiamata Yril.  Il Yril permetterebbe di volare, di spostare oggetti con la forza del pensiero (telecinesi), di leggere nella mente e altre innumerevoli applicazioni.

Ma quale sarebbe l’origine di Agarthi?  I cataclismi e le guerre sulla superficie spinsero il suo popolo a stabilirsi sottoterra. I cataclismi sarebbero dovuti alla guerra tra Atlantide e Lemuria con l’uso di armi potentissime .Si parla addirittura di armi nucleari che distrussero le due civiltà della quale resta memoria nel mito del diluvio universale. La leggenda primigenia del diluvio universale è infatti presente sia in occidente che in oriente e potrebbe quindi essere stato causato da una guerra termonucleare mondiale con armi potentissimi e tecnologicamente avanzate.

In molti testi sacri in effetti si raccontano guerre antichissime avvenute in cielo. Secondo queste leggende i buoni vennero sconfitti e si nascosero nel sottosuolo del pianeta.
Agarthi sarebbe quindi un rifugio sotterraneo in cui questi eletti si sarebbero salvati e con loro la cultura e la tecnologia atlantidea. Per evitare che il male possa entrare in Agarthi esiste un sistema di protezione che la isola dal mondo attraverso delle vibrazioni che offuscano la mente e rendono i 
La fortuna occidentale di Agarthi nacque con Ossendowsky (autore di “Bestie, uomini e dei”), Alexandre Saint-Yves D’Alveydre (“Missione dell’India”) e Guénon (“Il Re del Mondo”). Il terzo non fece che altro che reinterpretare le idee dei primi due. Il primo era un viaggiatore che riferì dei suoi tragitti in Asia mentre l’altro era un occultista che pretendeva di avere avuto rivelazioni da un “maestro”. Tutto ciò aveva però poco a che fare con la Shambalà tibetana e indù sopra descritta ed è anche la fonte della storia del “regno sotterraneo” estranea ai testi orientali.

Una delle prime fonti del mito dei regni sotterranei è Il Dio fumoso (The Smokey God or A Voyage to the Inner World, 1908), di Willis George Emerson, la pretesa autobiografia di un marinaio norvegese chiamato Olaf Jansen. Emerson racconta di come Jansen abbia navigato all’interno della Terra attraverso un’apertura presso il Polo Nord. Per due anni sarebbe vissuto con gli abitanti di questo regno il cui mondo sarebbe illuminato da un “Sole centrale fumoso”. Il padre sarebbe rimasto ucciso durante il ritorno, mentre il figlio ricoverato come pazzo. Il resoconto sarebbe stato dato dal figlio, che dopo la dimissione dal sanatorio si sarebbe stabilito in California, e che novantenne avrebbe deciso di rendere pubblica la vicenda. Malgrado nel racconto di Emerson non si faccia il nome di Agarthi, esso vi è stato associato in opere successive. Shambalà “la Minore”, una delle colonie di Agarthi, era la sede del governo del regno. Mentre Shambalà consiste in un continente interno, le altre colonie satelliti sono solo degli agglomerati più piccoli situati all’interno della crosta terrestre o dentro le montagne. I cataclismi e le guerre avvenute sulla superficie spinsero il popolo di Agarthi a stabilirsi sottoterra.

Il leggendario paradiso di Shambalà ha varie analogie con altri luoghi mitici, come la Terra Proibita, la Terra delle Acque Candide, la Terra degli Spiriti Raggianti, la Terra del Fuoco Vivente, la Terra degli Dei Viventi, la Terra delle Meraviglie. Gli indù parlano di Aryavartha, terra d’origine dei Veda; i Cinesi di Hsi Tien, il Paradiso Occidentale di Hsi Wang Mu, la Madre Regale dell’Ovest; la setta cristiana russa dei vecchi credenti la chiamava Belovodye e i Kirghizi nominano invece Janaidar.