Gli scritti etruschi,molto diffusi e apprezzati,
purtroppo sono tutti andati persi, tra incendi di biblioteche e censure
inquisitorie. Chissà se qualche antico scritto nascosto in qualche
collezione privata, o negli archivi vaticani potrà mai svelarci i segreti di un popolo così misterioso.
Un solo grande mito etrusco è giunto integro ai
nostri giorni: il mito di Tages (Tagete). Un bambino super-sapiente, Tages
nasce da un solco d’aratro, tracciato da Tarkun (Tarquinio), il mitico
fondatore di Tarquinia. Non appena Tages comincia a parlare, accorrono i
Lucumoni , i sacerdoti etruschi, per trascrivere le parole del
“genio della terra” .Nato dalla Madre Terra, come il suo omologo Erictonio (il serpente era
il simbolo della dea della terra), Tages probabilmente dettò nei suoi
libri sacri, i libri Tagetici, temi relativi al mondo del quale era
l’araldo, il mondo sotterraneo e terrestre. Per questo i libri furono
anche detti “Acherontici”, in riferimento al fiume infero che conduceva
nel mondo sotterraneo degli dei della terra: Aita e Phersipnai. Parole che andranno a costituire i “Libri
Tagetici” o “Acherontici” , andati purtroppo perduti.
Gli Etruschi come gli Indiani d'America adoravano la Madre Terra. Scavavano vaste aree sacre
rupestri, labirinti ipogei e monumentali necropoli, quasi a voler
penetrare fisicamente e ritualmente nelle profondità del mondo sotterraneo.
Il " dardo delle chiocciole del Tennessee" è un piccolo pesciolino lungo circa 5 centimetri per preservare il cui habitat la corte suprema degli Usa ha bloccato i lavori della diga Tellico. Jimmie Durham, capo dei Cheroke e a suo tempo tenne una relazione di fronte al comitato statutitense per la Marina Mercantile e la Pesca, servendosi di un eloquio che richiama quello del famoso discorso del capo Seattle al presidente Pearce nel 1854 e che dimostra la profonda e sincera comprensione della natura da parte della gente Indiana.Sono passati molti anni ma lo spirito Indiano non è cambiato. La diga fu costruita due anni dopo e il picolo pesciolino cessò di esistere in quella valle.
"In Ani Yonwiyah, la lingua del mio popolo, c'è una parola per indicare
il suolo: Eloheh. Questa stessa parola significa anche storia, cultura e
religione. La ragione di ciò sta nel fatto che noi indiani Cherokee non
possiamo separare il nostro posto sulla terra dalla nostra vita e
neppure dalla nostra visione e dal nostro significato come popolo.
Impariamo sin da bambini che animali, alberi e piante, con cui dividiamo
il posto sulla terra, sono nostri fratelli e sorelle.
Quando dunque
parliamo di suolo, non parliamo di una proprietà terriera, di un luogo e
neppure del pezzo di terra su cui sorgono le nostre case e dove
crescono i nostri raccolti. Parliamo invece di un qualcosa di veramente
sacro."
Queste storie hanno in comune un credo l'adorazione della Madre Terra ma anche qualcosa che forse non comprendiamo più perchè abbiamo perso la" memoria" di un tempo in cui conoscevamo tante cose. Forse se riuscissimo ritrovare i " Libri Tagetici" la memoria potrebbe tornare e potremmo scoprire tanti segreti o verità
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